FASCICOLO 2 | 2015
3 LUGLIO 2015EditorialeLa detenzione e i diritti dei detenuti come tema costituzionalistico
di Marco Ruotolo
Professore ordinario di Diritto costituzionale - Università di Roma Tre
15798 battutePDF
Abstract
L’Autore illustra le ragioni della scelta del tema della detenzione quale oggetto del fascicolo monografico della Rivista. In particolare, l’Autore si sofferma sull’apporto che il costituzionalista può dare nell’affrontare il tema dei diritti dei detenuti, richiamando a tale fine l’impegno assunto nel 2003 con la creazione di “costituzionalismo.it”, riassunto nell’Editoriale di Gianni Ferrara “Le ragioni di una nuova rivista”.
The Author illustrates the reasons for choosing detention as subject of the monographic issue of this Journal. In particular, the Author focuses on the contribution that the constitutional lawyer may offer in addressing the theme of detainees' rights, since the committment assumed in 2003 with the foundation of "costituzionalismo.it", as summarized in the Editorial by Gianni Ferrara "Le ragioni di una nuova rivista".
Perché dedicare al tema della detenzione e dei diritti dei detenuti un fascicolo della Rivista “costituzionalismo.it”? La risposta più immediata si lega alla ricorrenza dei quarant’anni dall’entrata in vigore della legge penitenziaria (legge 26 luglio 1975, n. 354), alla necessità di proporre un bilancio, di verificare, anzitutto, fino a qual punto il diritto sia riuscito a conformare una realtà che si muoveva lungo i tre fili conduttori della segregazione (il carcere come “luogo impermeabile e isolato dalla società libera”), della violenza (quale regola di governo dei rapporti tra i detenuti e tra questi e gli agenti penitenziari), dell’organizzazione rigidamente centralistica e verticistica dell’amministrazione penitenziaria (con un appesantimento burocratico che finiva, tra l’altro, per determinare significativi ritardi nelle risposte alle istanze della popolazione reclusa)[1]. Era una realtà, quella precedente alla riforma del 1975, consolidatasi grazie a una sostanziale continuità di indirizzi legislativi e di prassi operative che avevano attraversato l’esperienza dello Stato liberale, del regime fascista e dei primi trent’anni dell’Italia repubblicana, trovando una significativa formalizzazione nel Regolamento per gli istituti di prevenzione e di pena approvato con r.d. del 18 giugno 1931. Una realtà talmente consolidata da indurre a dubitare circa la capacità di penetrazione dei “nuovi” principi affermati con la riforma penitenziaria, tesa, in linea con i valori della Costituzione repubblicana, a porre al centro dell’esecuzione penale la persona, il rispetto della sua dignità e dei suoi diritti. Il rischio, insomma, come autorevolmente sottolineato da Franco Bricola, era quello di una “rinnegazione” pratica dei “nuovi” principi attraverso “la non applicazione e la manipolazione amministrativa delle norme”, nel segno di una “illegalità ufficiale” che al Maestro appariva quasi “connaturale” alla normativa penitenziaria[2].
I diritti dei detenuti
- Editoriale
La detenzione e i diritti dei detenuti come tema costituzionalistico
di Marco Ruotolo - Carcere e Costituzione
La riforma della riforma penitenziaria: un nuovo approccio ai problemi di sempre
di Glauco Giostra - Carcere e Costituzione
Dalla chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari alla (possibile) eclissi della pena manicomiale
di Andrea Pugiotto - Carcere e Costituzione
Nuove possibilità di sollevare questioni di costituzionalità per il giudice dell’esecuzione penale?*
di Elisabetta Lamarque - Carcere e Costituzione
L’art. 4-bis dell’ordinamento penitenziario tra presunzioni di pericolosità e «governo dell’insicurezza sociale»
di Leonardo Pace - Carcere e Costituzione
“Se la montagna non viene a Maometto”. La libertà religiosa in carcere alla prova del pluralismo e della laicità
di Elisa Olivito - Carcere e Costituzione
La salute e il carcere. Alcune riflessioni sulle risposte ai bisogni di salute della popolazione detenuta
di Marta Caredda - Carcere e Costituzione
L'affettività ristretta
di Silvia Talini - Carcere e Costituzione
Le identità e il carcere: donne, stranieri, minorenni
di Patrizio Gonnella - Carcere e Costituzione
L’introduzione dei reati di tortura in Italia ed in Europa quale corollario della tutela «fisica e morale» della persona umana «sottoposta a restrizioni di libertà»
di Giuliano Serges - Carcere e Costituzione
Detenuti-lavoratori o lavoratori-detenuti?
di Giuseppe Caputo - When Minorities are 99%. The Lost Currency of Anti-Discrimination Law - Insights from Europe(*)
di Silvia Niccolai - Retroattività della sospensione dalla carica di sindaco e problemi di (ir)retroattività: il caso De Magistris[*]
di Stefania Cecchini - Le parole non dette. In lode alla sentenza 96/2015 in materia di fecondazione assistita e diagnosi preimpianto per coppie fertili portatrici di malattia genetica
di Chiara Tripodina - ACLU v. Clapper: una nuova stagione per il right to privacy?
di Mariavittoria Catanzariti - Terrorismo, diritto alla sicurezza e diritti di libertà: una riflessione intorno al decreto legge n. 7 del 2015
di Maria Caterina Amorosi - Sulle spalle dei giganti
Introduzione a Aa.Vv., Il carcere "riformato", Bologna, 1977
di Franco Bricola - La forza delle idee
Autocrazia elettiva[1]
di Michelangelo Bovero
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Il gruppo di persone che ha promosso questo sito si propone di sollecitare il dibattito tra gli studiosi delle diverse discipline interessate alle ragioni del costituzionalismo, operando entro una prospettiva dichiarata. Il nostro 'punto di vista', le specifiche ragioni di politica culturale e la professione di metodo alla base di quest'iniziativa sono rese esplicite in due editoriali Le ragioni di una rivista nuova, di Gianni Ferrara e Le ragioni di un impegno nuovo, di Gaetano Azzariti... (continua)