FASCICOLO 3 | 2015
7 MARZO 2016Le trasformazioni della forma di StatoCostituzionalismo e pluralismo costituzionale[1]
di Pietro Ciarlo
Professore ordinario di Diritto costituzionale - Università degli studi di Cagliari
11413 battutePDF
“Costituzionalismo.it” è una rivista nata circa quindici anni fa su impulso di Gianni Ferrara per ribadireche democrazia e costituzionalismo sono un binomio inscindibile. Questa ispirazione iniziale è tuttora intatta. Così, peraltro, la rivista si autorappresenta, dal titolo, alla Marianna cioè al simbolo libertario della Rivoluzione francese. Del resto, forse mai come oggi, al tempo della liquidità imperante, le autorappresentazioni hanno un significato particolare. Darsi nomi ed emblemi significanti, senza affidarsi ad un astratto numero di stelle, è il primo passo per cercare di non essere travolti dall’ ondata della liquidità. Secondo questa concezione il costituzionalismo è uno solo. Esso è quell’ insieme di rapporti che si identifica con il contenuto essenziale della democrazia, riconoscibile nella possibilità di cambiare pacificamente i governi e nell’effettiva garanzia dei diritti, in tutte le loro declinazioni e generazioni. Civili, politici, ma anche sociali. Difficile immaginare, infatti, una democrazia priva di una qualche significativa funzione di redistribuzione della ricchezza. Immediatamente, dinanzi all’unicità del costituzionalismo, risalta il pluralismo delle costituzioni. Infatti le costituzioni adattano il costituzionalismo alle vicende e alle culture degli Stati di riferimento. Come il celeberrimo gatto, non importa di che colore esse siano, purché riescano ad assicurare un’adeguata effettiva attuazione del costituzionalismo e cioè della democrazia. Così si può arrivare al paradosso secondo cui in una delle patrie del costituzionalismo non ci sia una costituzione scritta, o che in un’altra patria del costituzionalismo, come gli Stati Uniti, la costituzione si costruisca e viva in larga misura fuori dal testo scritto. Hanno vigenza e riconoscimento costituzioni presidenzialiste e parlamentariste, nonché semipresidenzialiste. E ancora regionaliste, federaliste, e così via elencando. Fra le tante, vale la pena ricordare quelle monarchiche o repubblicane, nonché le antimonarchiche come la nostra, che vieta espressamente qualsiasi ritorno di un re. Dunque, francamente mi sono sembrate fuori luogo alcune critiche al disegno di revisione fondate, ad esempio, su una difesa ad oltranza del bicameralismo, rappresentando questo istituto come un contenuto essenziale della democrazia. Oltre le singole costituzioni, forse ciò che conta veramente è la forza dell’idea di costituzione, dunque il costituzionalismo.
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