Costituzione e lavoro, totem e tabù*

Professore associato di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Torino

Abstract

Il saggio ripercorre gli atteggiamenti interpretativi tipici espressi dalla dottrina costituzionalistica nei confronti delle disposizioni costituzionali in materia di lavoro, e sottolinea il ruolo marginale, recessivo, che la Costituzione ha svolto in questi anni in questa materia. La causa è individuata nel venir meno di una base costituzionale materiale in grado di sostenere il progetto politico previsto nella Costituzione del 1947. In questa situazione, le garanzie costituzionali, indicate quali alternative alla politica, sono giudicate come una scorciatoia destinata ad avere breve durata.

The essay describes the typical interpretative attitudes carried out by constitutional doctrine as regard to constitutional dispositions concerning work, and it underlines the marginal role assigned to the Constitution in this subject. The reason is the lack of a political group able to support the political design of the Constitution of 1947. In this situation, constitutional guarantees – and above all constitutional jurisdiction – as alternative to politics, are considered as a short cut


 

Sommario: 1. Premesse: la “chiamata in causa” dei costituzionalisti, e della Costituzione, in materia di lavoro. – 2. Gli atteggiamenti interpretativi tipici della “chiamata in causa” della Costituzione in materia di lavoro. – 3. Gli atteggiamenti interpretativi delle disposizioni costituzionali in materia di lavoro come sintomo degli atteggiamenti interpretativi del testo complessivo della Costituzione del 1947. – 4. Lavoro e tabù. – 5. Divieto di schiacciamento del lavoro prestato in condizioni di dipendenza economico-sociale e principio di fraternità. – 5.1. Il caso: la disciplina dei licenziamenti. – 6. Considerazioni conclusive.

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