L’Ufficio centrale della Cassazione dichiara legittime le richieste di referendum costituzionale: non c’è due senza tre

Professore ordinario di Istituzioni di Diritto pubblico – Università degli Studi di Roma Tre

Abstract

L’articolo affronta la questione della definizione del titolo della richiesta referendaria relativa al procedimento di revisione costituzionale di cui al disegno di legge Renzi-Boschi, argomentando circa la possibile via per consentirne una ridefinizione corrispondente agli effettivi contenuti della riforma.

The essay deals with the question of the headline of popular referendum claim about government constitutional reform bill Renzi-Boschi, arguing on the possibility to change it through a legal procedure in order to adapt it to the real contents of the constitutional reform itself.


C’era da aspettarselo… D’altronde così era andata nelle due precedenti occasioni. Solo che, questa volta, la questione si presentava in modo diverso e ci si poteva per questo aspettare un esito differente.

Mi riferisco alla decisione di qualche giorno fa con cui l’Ufficio centrale per il referendum, secondo quanto reso noto da apposito comunicato del suo Presidente, ha dichiarato la legittimità delle quattro richieste di referendum popolare presentate sulla legge di revisione costituzionale della seconda parte della Costituzione recentemente approvata dalle Camere. Non è certo la dichiarazione di legittimità in sé a sorprendere, quanto la formulazione del quesito compiuta dall’Ufficio centrale che risulta fraseggiata nel modo seguente: «Approvate il testo della legge costituzionale concernente “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, approvato dal Parlamento e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 88 del 15 aprile 2016?».

Continua su PDF