Ordine spontaneo e diritto positivo. La dottrina pura del diritto di Hans Kelsen a confronto con le teorie della scuola austriaca di economia

Assegnista di ricerca in Istituzioni di diritto pubblico. Università della Valle d’Aosta – Université de la Vallée d’Aoste

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Abstract 

Ita

Il saggio analizza la dottrina pura del diritto di Hans Kelsen mettendola a confronto con il pensiero della Scuola austriaca di economia, in particolare con le critiche formulate da Friedrich A. von Hayek e Joseph A. Schumpeter. Attraverso una ricostruzione storica e teorica, si evidenzia come il positivismo giuridico kelseniano si fondi su presupposti epistemologici di tipo razionalistico e costruttivista, in contrasto con il razionalismo critico e l’evoluzionismo spontaneo della tradizione hayekiana. Hayek critica l’identificazione tra diritto e volontà statale e denuncia le implicazioni autoritarie di un ordinamento giuridico interamente “posto” dall’alto. La seconda parte del saggio confronta la teoria rappresentativa della democrazia elaborata da Kelsen con la teoria competitiva proposta da Schumpeter, mettendo in luce la diversa concezione della sovranità popolare, del ruolo del Parlamento e della funzione del voto. Nella sezione finale, si individuano sorprendenti punti di contatto metodologico tra le due scuole: l’uso della modellizzazione astratta, l’avalutatività scientifica (Wertfreiheit) e una forma di individualismo metodologico. Il confronto tra Kelsen e gli economisti viennesi mostra, dunque, non solo una frattura tra due approcci teorici, ma anche un dialogo implicito tra visioni del mondo che continuano a influenzare il pensiero giuridico e politico contemporaneo.

EN

This paper examines Hans Kelsen’s Pure Theory of Law in light of the critiques developed by the Austrian School of Economics, particularly Friedrich A. von Hayek and Joseph A. Schumpeter. Through a historical and theoretical reconstruction, the study highlights how Kelsen’s legal positivism is grounded in a rationalist and constructivist epistemology, which sharply contrasts with Hayek’s critical rationalism and spontaneous order theory. Hayek challenges the reduction of law to state will and warns against the authoritarian implications of top-down legislative planning. The second part contrasts Kelsen’s representative theory of democracy with Schumpeter’s competitive theory, underscoring differing views on popular sovereignty, the role of Parliament, and the function of voting. The final section identifies notable methodological parallels between the two traditions, including abstraction and modeling, value-neutral analysis (Wertfreiheit), and a shared focus on methodological individualism. The dialogue between Kelsen and Austrian economists thus reveals not only a theoretical clash but also an underlying convergence that continues to shape contemporary legal and political thought.