Riforme del mercato del lavoro e prescrittività delle regole costituzionali sulle fonti

Professore associato di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Ferrara

Abstract

L’articolo analizza, come caso di studio, l’approvazione parlamentare della legge delega sulla riforma del mercato del lavoro (c.d. Jobs Act), comparandola con la precedente riforma omologa (c.d. legge Monti-Fornero), al fine di evidenziare l’analoga strategia politica dei due diversi governi. In entrambi i casi, le procedure parlamentari sono state accelerate e distorte al fine di presentarsi ai vertici dei capi di governo dell’UE con la riforma del mercato del lavoro approvata il prima possibile. La governance economica si mostra, specie nel caso del Jobs Act, quale legittimazione dell’azione di governo compensativa della carente legittimazione democratico-parlamentare e, contemporaneamente, quale leva per svilire le procedure parlamentari interne. La più vistosa distorsione avutasi nel caso del Jobs Act è data dal tentativo – in parte riuscito – di far approvare al Parlamento una delega “in bianco” al Governo, in violazione del dettato costituzionale (art. 76 Cost.). L’analisi del caso cerca di dimostrare come i precedenti della giurisprudenza costituzionale sui requisiti delle leggi delega siano stati ampiamente strumentalizzati dal Governo; di qui la necessità di rivitalizzare la prescrittività delle regole costituzionali sulle fonti a tutela dei processi democratici interni, quali insostituibili filtri delle istanze economiciste della governance europea.

Aim of the article is to analyse the case-study of the procedures by which the Italian Parliament approved the so called “Jobs Act”, a statute authorizing the Government to enact delegated legislation in order to reform the Italian labour market. As it happened with the analogous reform of the Monti Government, parliamentary procedures have been strained – probably against the Constitution and its Articles 72 and 76 – in order to obtain quick “structural reforms” to be showed at the earliest meeting of the European Council. The article critically analyses the “liaisons dangereuses” between EU economic governance and national reforms of the labour market, in order to demonstrate how European governance badly influences the internal democratic process. In order to re-establish a fair balance between competitiveness values of the European level and fundamental rights of the internal constitutional level, the Italian Constitutional Court should change its tolerant approach towards governmental abuses of the parliamentary process aimed at authorizing delegated legislation, at least when individual and collective fundamental rights are involved.

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