Il debito dell’Europa con se stessa. Analisi e riforma della governance europea di fronte alla crisi[1]

Università Bocconi – Milano

Abstract

La crisi dell’eurozona ha suscitato molteplici interventi che sono riusciti sinora ad evitare il tracollo, ma non a innescare la ripresa. In questo articolo passiamo in rassegna le principali misure, volte da un lato ad arginare gli effetti della crisi, soprattutto per mezzo di politiche monetarie espansive, e dall’altro ad attaccarne le presunte cause, in particolare attraverso l’irrigidimento delle politiche di bilancio. Mostriamo, poi, come la scarsa efficacia di tali rimedi dipenda da una diagnosi sbagliata, che imputa la crisi alla fragilità dei conti pubblici dei c.d. paesi periferici, senza riconoscere la radice del problema che sta negli squilibri dei conti esteri che dividono l’Europa fra creditori e debitori. Infine, proponiamo di creare presso la BCE (appoggiandosi al sistema Target2) una nuova fonte di finanziamento (Target3), ispirata alla Clearing Union di Keynes, destinata ad agevolare il riassorbimento di tali squilibri e il finanziamento dell’economia reale.

The Eurozone crisis has prompted manifold countermeasures that have managed to avoid collapse, but not to generate recovery. In this article we review major actions undertaken, on one hand to contrast the effects of the crisis mostly through expansionary monetary policies, and on the other hand to cure the presumed causes particularly through more rigid fiscal discipline. We then argue that the low effectiveness of such remedies depends on a bad diagnosis, which imputes the crisis to fragile public finances in the so-called peripheral countries, without acknowledging the root of the problem lying in the external imbalances that divide Europe between creditors and debtors. Finally, we propose to endow the ECB (on the basis of the Target2 system) a new financial facility (Target3), modelled on Keynes’s Clearing Union, and to be managed by the ECB, with the task of reabsorbing those imbalances and of financing the real economy.

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