Le riforme istituzionali nei programmi dei partiti, ovvero l’irresistibile ambiguità di una futura “legislatura costituente”

SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Il programma elettorale dell’Udc: ovvero della riproposizione dei contenuti del progetto c.d. “Amici-Bocchino”? – 3. La difesa (del testo originario?) della Costituzione nel programma della Sinistra Arcobaleno. – 4. Le riforme istituzionali: problema eluso nel programma del Popolo delle Libertà. – 5. Le proposte programmatiche della Lega Nord: federalismo o separatismo? – 6. La forma di governo nelle proposte del Partito democratico: un approccio “agnostico” ai modelli? – 7. Il superamento della “legge Calderoli”: una riforma che la XVI legislatura non potrà eludere.

1. Premessa

Da più parti, emerge l’idea che la prossima legislatura possa essere una “legislatura costituente”. Questa espressione, nella sua evidente ambiguità ed atecnicità, sembra alludere ad un percorso di riforme che dovrebbe investire, oltre alle leggi elettorali nazionali, anche la Carta costituzionale, a cominciare dalla disciplina della forma di governo.

Su questi temi è interessante andare a vedere quali soluzioni sono proposte dai principali partiti (Pd, Pdl, Lega Nord, Udc, Sinistra arcobaleno) nei loro programmi elettorali. A tale proposito, è da ricordare che questi ultimi, dopo la riforma elettorale del 2005, debbono essere necessariamente depositati dai partiti contestualmente al contrassegno e in essi deve essere indicato il nome e cognome della persona indicata come capo della forza politica (lo stesso obbligo sussiste anche per le coalizioni: art. 14-bis, co. 3°, d.p.r. 361/1957). La rilevanza di tale disposizione può essere apprezzata ancor più nella logica dell’evoluzione politica in atto, caratterizzata da due partiti “a vocazione maggioritaria” i cui rispettivi leader sono anche candidati di fatto alla guida del futuro Governo[1].

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