La fortezza che resiste. Potere estero, conflitto di attribuzione e prescrittività costituzionale

Senior Research Fellow – Max-Planck-Institut für ausländisches öffentliches Recht und Völkerrecht, Heidelberg*

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ABSTRACT

ITA

Anche alla luce di recenti evoluzioni nella giurisprudenza costituzionale, il saggio analizza il tema del conflitto di attribuzione sollevato da singoli parlamentari nel contesto della gestione della politica estera, dimostrando come in materia de qua la tutela della prescrittività costituzionale imponga una lettura espansiva delle condizioni di ammissibilità del relativo ricorso. Il saggio ricapitola anzitutto il fenomeno delle prassi devianti in materia di potere estero, e i loro effetti deleteri sulla prescrittività del disegno costituzionale. In secondo luogo, si analizza criticamente l’ord. n. 163/2018 della Corte costituzionale, che ha ribadito l’inammissibilità, per carenza di legittimazione attiva, dei ricorsi presentati da singoli parlamentari contro il Governo, per la mancata presentazione alle Camere del Memorandum d’intesa tra l’Italia e la Libia del 2 febbraio 2017 (cd. Memorandum Minniti) per l’autorizzazione alla ratifica di cui all’art. 80 Cost.. Infine, sulla base di considerazioni sia testuali sia teleologiche, si argomenta che gli artt. 80 e 72 Cost. attribuiscano direttamente ai singoli parlamentari i poteri di esame, discussione e voto sui progetti di legge di autorizzazione alla ratifica, come garanzia della democraticità delle decisioni di politica estera, prima che esse diventino vincolanti sul piano del diritto internazionale, e che da tale attribuzione diretta debba farsi derivare il riconoscimento della loro legittimazione attiva.

EN

Also in the light of recent case law of the Constitutional court, the article focuses on the conflict of powers procedure started by members of the Parliament in the context of foreign policy, arguing that the protection of constitutional normativity entails an evolutive interpretation of the standing requirements. The essay firstly recalls the practices of the political branches of government in the exercise of foreign relations powers, and their incompatibility with the original framework designed by the Constitution. Secondly, the article makes a critical assessment of order no. 163/2018 of the Constitutional court, which declared the inadmissibility, for lack of standing requirements, of the complaints raised by single members of the Parliament against the Government, which entered into an international agreement with Libya without undergoing the procedure of parliamentary ratification required by article 80 of the Constitution Finally, based on both textual and teleological arguments, the articles contends that articles 80 and 72 of the Constitution attribute directly to single members of the Parliament the power to examine, debate and vote on bills of ratification of international treaties before their entry into force, as a guarantee of democratization of foreign policy, and such direct attribution entails the recognition of their standing in the conflict of powers procedure.

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