Il Bundesverfassungsgericht e l’Europa: istanze “controdemocratiche”, principio di responsabilità e difesa della democrazia rappresentativa alla luce del caso OMT

Assegnista di ricerca in Istituzioni di Diritto pubblico – Università “La Sapienza” di Roma


Abstract

Il lavoro, prendendo spunto dalla recente decisione OMT II, analizza la giurisprudenza del Tribunale costituzionale federale tedesco con riferimento al processo di integrazione europea, rilevandone la complessità e l’alto rilievo dogmatico. In particolare, dopo aver ricostruito il ruolo che il Tribunale ha svolto nel c.d. Verfassungsgerichtsverbund europeo, viene messo in rilievo come da questa giurisprudenza emerga una articolata difesa della democrazia rappresentativa, considerata nella sua dimensione statale. A tal fine il BVerfG presuppone un’idea sostanziale di democrazia che non considera il momento elettorale sufficiente e che pertanto difende il diritto fondamentale alla democrazia (Grundrecht auf Demokratie) dei cittadini e la capacità decisionale del Bundestag, specie in materia di bilancio. Coerentemente con questa impostazione, attraverso importanti strumenti processuali (Organstreit e Verfassungsbeschwerde), vengono così valorizzate e razionalizzate istanze che sembrano espressione, pur con la necessaria cautela, di quell’idea di “Controdemocrazia” che dovrebbe rappresentare un «contrafforte» della democrazia rappresentativa stessa.
In questa luce, ricostruendo un articolato percorso storico in cui si evidenziano continuità, rotture e innovazioni, il presente contributo esamina poi alcune delle problematiche che emergono nella giurisprudenza sul processo di integrazione europea del BVerfG come per esempio limiti e condizioni per l’accesso al Tribunale costituzionale; differenze e analogie tra controllo ultra vires e controllo di identità; la rilevanza della teoria delle Schutzpflichten così come applicata alla Integrationsverantwortung; e, a tal proposito, il rilievo dell’Integrationsprogramm.
Infine, il contributo si sofferma sull’idea di democrazia che il BVerfG fa emergere sia a livello europeo sia a livello nazionale, mettendo in luce da ultimo una significativa valorizzazione del principio di responsabilità che viene operata dai giudici di Karlsruhe.

The essay analyses the FCC’s case law about the European integration process, focusing on the OMT II judgment and highlighting its dogmatic relevance and its complexity. Examining in a historical perspective the FCC’s role in the so-called European Verfassungsgerichtsverbund, the article will emphasize the strong commitment of the Tribunal in defending the institutions of a representative democracy at national level.
The FCC’s understanding of the representative democracy is not merely formal and it aims to protect the voters’ right to democracy (Grundrecht auf Demokratie) as well as the Bundestag’s right to decide on the budget. Therefore, through meaningful procedural provisions (Organstreit and Verfassungsbeschwerde), the FCC seems to promote peculiar forms of “Counter-democracy”, with the final purpose to strengthen the German Bundestag.
The essay examines some of the dogmatic categories used and developed by the FCC in its case law: conditions and limits to make a claim before the FCC, differences and analogies between ultra vires control and identity control, the relevance of the Schutzpflichten theory in this field, the meaning of the Integrationsverantwortung and the importance of the Integrationsprogramm.
Finally, the implications of the principle of responsibility will be analysed through an overview of the FCC’s idea of democracy at European level and its differences with the features of a national representative democracy.

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