Fascino e illusioni della democrazia diretta

Professore ordinario di Storia della Filosofia – Università di Bologna

Abstract.

Per comprendere la natura della crisi delle istituzioni democratiche che accompagna la crisi economica e sociale esplosa tra il 2007 e il 2008 appare sempre più urgente definire un quadro analitico di lungo periodo. In queste pagine si abbozza un primo tentativo in questo senso, tracciando un parallelo storico con la «grande trasformazione» verificatasi a seguito della grande crisi del liberismo tra gli anni Venti e Quaranta del secolo scorso. Particolare attenzione è riservata, in questo quadro, alle responsabilità soggettive dei gruppi dirigenti politici e, più precisamente, alla inadeguata resistenza funzionale e culturale da essi opposta, in difesa delle prerogative dei corpi sociali e dei loro diritti, alla erosione della sovranità democratica da parte dei poteri economici.

This essay analyses nature and long term causes of the crisis of democracy in relationship with the economic and social crisis that bursted in 2007-2008. This reflection mooves from a relevant parallelism between the ongoing crisis and the «great transformation» (Polanyi) that was a consequence of the Great crisis of laissez-faire capitalism from 1920s to 1940s. Moreover the paper stresses the personal responsibility of the political governing boards with particular regard to their weak and inadequate defense of social rights and interests, on the one hand, and democratic sovereignty and representation, on the other hand.


Sommario. Tra liberismo e fascismo – La controrivoluzione neoliberista – Democrazia diretta e investimento carismatico – Eclissi e responsabilità della sinistra 

Tra liberismo e fascismo

In estrema sintesi, il senso di questo intervento consiste nell’affermare che è possibile comprendere la crisi della politica, nell’ambito della quale si pongono fenomeni oggi particolarmente vistosi come l’astensionismo di massa, la critica della democrazia rappresentativa e l’invocazione della democrazia diretta, soltanto se la si inquadra in un contesto ampio e di lungo periodo. Ampio, nel senso che questa crisi si collega alla crisi sociale ed economica (in verità anche a una crisi che Gramsci definirebbe «intellettuale e morale»); di lungo periodo, poiché essa chiama in causa una «grande trasformazione» verificatasi nel corso degli ultimi 50-60 anni.

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