Il bilancio quale “bene pubblico” e l’esercizio “condizionato” del mandato elettivo. Riflessioni sulla nuova fase della democrazia rappresentativa

Dottore di Ricerca in Diritto Costituzionale – Università degli Studi “G. d’Annunzio” Chieti-Pescara


ABSTRACT
ITA

Il contributo intende analizzare l’impatto dei vincoli di bilancio sulla rappresentanza elettiva. La crisi della rappresentanza elettiva costituisce un fenomeno caratterizzante la contemporaneità e che, in un’ottica globale, lega inscindibilmente realtà giuridiche fra loro eterogenee. Il progressivo distacco fra rappresentanti e rappresentati, unitamente al declino dell’istituto parlamentare (dovuto anche allo spostamento dei centri decisionali in ambito sovranazionale), pone profondi interrogativi sul futuro della centralità delle assemblee elettive e, in definitiva, della stessa democrazia rappresentativa. In tal senso, centrale è il ruolo svolto dal Giudice delle Leggi, il quale ha vincolato l’azione dei pubblici decisori al rispetto dei parametri di bilancio, inteso quale “bene pubblico” da tutelare.

EN

The essay analyses the budgetary constraints’ impact on democratic and elective representation. The crisis of elective representation is a phenomenon distinguishing modernity; in a global perspective, it inextricably connects heterogeneous legal cultures. The increasing gap between representatives and represented, alongside the decline of parliamentary institution (also due to the displacement of the decision-making process in supranational framework), raises intense questions about the future of the centrality of parliamentary assemblies and, ultimately, about the representative democracy itself. In this respect, Constitutional Court plays a central role that tied public policy makers to respect the budgetary constraints, understood as a “public good” to be protected.

Continua su PDF