Il premierato.  “Come chiudere la transizione” al regime bonapartista soft della “Seconda Repubblica”

Professore a contratto in Diritto costituzionale italiano e comparato. Università degli Studi di Teramo

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Abstract

Ita

Il rafforzamento del potere esecutivo e del suo vertice rappresenta il tratto più caratteristico di quel revisionismo costituzionale regressivo propugnato nel nostro Paese dai tanti aspiranti riformatori della Costituzione che hanno fatto del perseguimento dell’obiettivo della governabilità il principio ispiratore delle proprie proposte di revisione. Il disegno di legge costituzionale Meloni-Casellati sull’elezione diretta del Presidente del Consiglio, il cosiddetto “premierato”, al quale è dedicato questo saggio, si inscrive espressamente entro questa tendenza. È da almeno un trentennio, cioè da quando è stato abbandonato il sistema elettorale proporzionale del 1948, che presso l’opinione pubblica si è affermata l’idea che i cittadini, attraverso il voto, non sono più tanto chiamati a scegliere i propri rappresentanti, quanto piuttosto il governo e, quindi, il capo che lo guiderà. Come si intende dimostrare nel presente contributo, nel caso in cui la riforma costituzionale in parola dovesse entrare in vigore potrebbe dirsi realmente completata la transizione a quel regime di “bonapartismo soft”, o sistema di “democrazia autoritaria”, nel quale già, di fatto, viviamo, sicché, in tal caso, non sarebbe più inappropriato, giuridicamente parlando, discorrere dell’effettivo avvento di una “Seconda Repubblica”.

En

The strengthening of the executive power and its head is the most characteristic feature of that regressive constitutional revisionism advocated in our country by many aspiring reformers, who have identified the pursuit of governability as the guiding principle of their proposals to amend the Constitution. The Meloni-Casellati constitutional reform on the direct election of the Prime Minister, the so-called “premierato”, is explicitly part of this trend. For at least thirty years, since the 1948 proportional electoral system was abandoned, the idea that citizens, by voting, are no longer called upon to choose their representatives, but rather the government and, therefore, the chief who will lead it has gained traction among the public. As this essay seeks to demonstrate, if the constitutional reform in question came into force the transition to that regime of “soft Bonapartism”, or system of “authoritarian democracy”, in which we, in fact, already live could be considered truly complete. For that reason, it would no longer be inappropriate, legally speaking, to talk about the proper advent of a “Second Republic”.