Il ruolo del Presidente della Banca centrale europea tra finzione tecnica e realtà politica

Dottore di ricerca in diritto costituzionale all’Università cattolica del Sacro Cuore di Milano

Abstract

Le misure non convenzionali della Banca centrale europea sono state destinatarie di numerose critiche. L’annuncio del programma OMT (Outright monetary transactions) è stato finanche oggetto di un rinvio pregiudiziale da parte del Tribunale costituzionale federale tedesco. La Corte di giustizia è giunta così a pronunciarsi su di un “comunicato stampa” relativo ad un programma che, ad oggi, non ha ancora avuto alcuna attuazione.
Partendo da alcune considerazioni intorno alla natura del progetto di unificazione dell’Europa, che vede compromettersi vicendevolmente politica ed economia, il saggio propone una lettura del ruolo della BCE e del suo Presidente che tenta di andare oltre il consueto paradigma tecnocratico.

The non-conventional measures of Central European Bank have been objet of several criticisms. The announcement of the OMT program (Outright monetary transactions) has been also objet of a prejudicial question by the German Constitutional Court. The European Court of Justice has ruled therefore on a press release about a program that, up to now, have never had execution.
Starting from some reflections about the nature of the project of European unification, which shows an implication between the political project and the economic one, the essay tries to read the role of CEB and its President beyond the usual technocratic paradigm.


«L’economia politica è una delle scienze che, sorte in epoca moderna, vi hanno trovato il loro terreno più adatto. Il suo sviluppo mostra lo spettacolo interessante di come il pensiero (v. Smith, Say, Ricardo), a partire dall’infinita moltitudine di fatti particolari che innanzitutto gli si presentano davanti, rintracci i principi semplici della Cosa ed espliciti l’attività dell’intelletto che governa la Cosa. Nella sfera dei bisogni, mentre da un lato l’elemento della conciliazione consiste nel conoscere questa parvenza di Razionalità che è insita e attiva nella Cosa, dall’altro, per contro, è appunto questa parvenza il campo in cui l’intelletto, con i suoi fini soggettivi e le sue opinioni morali, sfoga il proprio malcontento e il proprio moralismo stizzoso»

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