Oublier Hayek. Le mépris de la démocratie parlementaire dans la doctrine néo-libérale*

di Andrea Deffenu – Professore ordinario di Diritto costituzionale e pubblico. Università degli Studi di Cagliari e Franck Laffaille – Professore ordinario di Diritto pubblico. Université Sorbonne Paris Nord

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Abstract

Ita

Il saggio ricostruisce criticamente l’architettura teorica di Hayek, mostrando come l’anti-parlamentarismo e la sfiducia nella democrazia discendano da una visione declinista della modernità e dall’assolutizzazione dell’“ordine spontaneo” del mercato. Vengono analizzati i capisaldi hayekiani (Stato minimo, avversione per la giustizia sociale, centralità della legge come regola generale e astratta) e le loro conseguenze: l’incompetenza attribuita al Parlamento nella gestione economica, la riduzione dell’attività legislativa a direttive “particolari”, la demonizzazione dei partiti e dei gruppi organizzati. Sono messe in luce aporie e contraddizioni (tecnocrazia vs. rappresentanza, Parlamento “onnipotente” e insieme impotente) e si contesta l’equiparazione tra welfare e socialismo. In conclusione, si sostiene che redistribuzione e giustizia sociale siano condizioni di pacificazione e di tenuta costituzionale della democrazia, e si propone – sul piano teorico e costituzionale – di “dimenticare Hayek”.

En

The essay offers a systematic critique of Hayek’s political theory, arguing that his anti-parliamentarian stance and distrust of democracy stem from a declinist narrative and the elevation of the market’s “spontaneous order” to a quasi-normative ideal. It examines Hayek’s core tenets (minimal state, rejection of social justice, the ideal of law as general and abstract rules) and their implications: Parliament’s alleged incompetence in economic governance, the transformation of legislation into particularistic “directives”, the vilification of parties and organized interests. The Authors highlight internal inconsistencies and reject the conflation of the welfare state with socialism/totalitarianism. They conclude that redistribution and social justice are prerequisites for social peace and constitutional stability in contemporary democracies, advancing a theoretical and civic call to “forget Hayek.”