“Ri-porcellum” e giudicato costituzionale

Professore ordinario di Diritto costituzionale – Università degli Studi “G. d’Annunzio” di Chieti-Pescara

 

1. Alla vigilia della pronuncia della Corte costituzionale sulla legge elettorale n. 270 del 2005 (dalla vulgata, ormai, riconosciuta con il soprannome di “Porcellum”) in molti tra i costituzionalisti dubitavamo della possibilità che la questione di costituzionalità superasse il vaglio di ammissibilità, per difetto di rilevanza. La Corte costituzionale ha, però, deciso diversamente, con argomentazioni originali – rispetto ai propri precedenti – ma in effetti plausibili, salvo forse che per un forzato richiamo all’istituto del giudicato interno. Questo si sarebbe formato, secondo la Corte, su alcuni profili essenziali del giudizio sulla rilevanza – il giudicato sarebbe maturato nell’ambito del giudizio di merito – su una questione, però, di cui soltanto la Corte costituzionale è giudice competente: l’ammissibilità della questione, appunto.

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