Neolingua costituzionale, governo dell’Amore e paranoia politica

 

«The command f the old despotisms was “Thou shalt not”. The command of the totalitarians was “Thou shalt”. Our command is “Thou art”»[1]: «Il comandamento dei vecchi regimi dispotici era: Tu non devi. Il comandamento di quelli totalitari era: Tu devi. Il nostro comandamento è: Tu sei».

In 1984 di Orwell, è questa la spiegazione che il funzionario del Ministero dell’Amore (Ministry of love, Miniluv in neolingua) fornisce all’eretico Winston Smith per chiarirgli lo scopo dell’interrogatorio – apparentemente inutile – prima di ucciderlo. Al Ministero dell’Amore «non basta l’obbedienza negativa, né la più abietta delle sottomissioni», il suo compito è indurre all’obbedienza spontanea, favorire il passaggio dalla remissione all’accettazione per spontanea volontà. Il Ministero dell’Amore mantiene l’ordine e fa rispettare la legge controllando «la vita» «in tutti i suoi gangli» («We control life, Winston, at all its levels»), rendendo perfetto ogni cervello (immunizzandolo da errori e deviazioni) «prima di farlo saltare» («But we make the brain perfect before we blow it out»). L’interrogatorio ha per scopo una confessione dell’eretico che deve essere «sincera». L’eretico – spiega l’inquisitore O’Brien – «lo riportiamo al nostro fianco non solo apparentemente, ma nel senso più profondo e genuino, nel cuore e nell’anima. Ne facciamo uno dei nostri, prima di ucciderlo. È intollerabile, per noi, che anche un solo pensiero partecipe dell’errore possa esistere in qualche parte del mondo, pur se nascosto e innocuo. Anche nello stesso istante della morte non possiamo consentire alcuna deviazione»[2].

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