Le riforme istituzionali dopo il referendum

Professore ordinario di Diritto costituzionale – Università degli Studi di Macerata

ABSTRACT

ITA

Per migliorare il rendimento del sistema istituzionale bisognerebbe intervenire sui meccanismi che necessitano di manutenzione alla luce della prassi. In questa prospettiva il saggio evidenzia le principali correzioni ordinamentali che potrebbero essere realizzate per mezzo di puntuali modifiche normative.

The Italian Parliament has to change some institutional mechanisms in light of the political experience to improve efficiency on government. To this end, the paper points out some necessary changes in the institutional, procedural and constitutional rules that need to be implemented in the next period.


Sommario: 1. Metodo; 2. Merito; 3. Obiettivi impropri; 4. Manutenzione istituzionale; 5. parlamento e Governo; 6. Bicameralismo; 7. Legge elettorale; 8. Stabilità; 9. Rappresentanza; 10. procedimento legislativo; 11. Centro e periferia; 12. Legge e Costituzione.

1.        Metodo

La questione del rinnovamento delle istituzioni repubblicane resta aperta anche dopo il 4 dicembre 2016. Il referendum ha bocciato una certa proposta di revisione costituzionale, ma sarebbe sbagliato pensare che sbarri la strada a qualsivoglia futura riforma istituzionale. Del resto, l’insoddisfazione per il rendimento di alcuni meccanismi ordinamentali è largamente diffusa e i difetti di funzionamento sono stati, e continuano ad essere, ampiamente indagati (fermo restando che solo una parte dei problemi è riconducibile alle regole ordinamentali, e che il resto dipende da altri fattori, in particolare dal comportamento degli attori politici[1]). Il significato del referendum, di cui occorre tener conto se si vuol rimettere in moto la macchina delle riforme istituzionali, è dunque più ristretto, ma pur sempre rilevante, sia sul piano del metodo che su quello del merito[2].

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