“Sorry, we tricked you”. Ken Loach e le promesse tradite del neoliberismo

Professore associato di Economia politica. Università della Campania “L. Vanvitelli”

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Abstract

Ita

Nel suo ultimo film (“Sorry, we missed you”), Ken Loach aggiunge un al­tro tassello alla ricostruzione dei mutamenti che hanno interessato il sistema produttivo nell’ultimo quarantennio e delle conseguenti alterazioni dei rap­porti di forza tra le classi sociali. Attraverso il racconto della condizione di un esponente della working class inglese che tenta di riciclarsi professionalmente come corriere free-lance nel campo del delivery, Loach disegna un affresco a tinte fosche del modello di capitalismo scaturito dall’interazione di globaliz­zazione, smantellamento delle tutele del lavoro e rivoluzione digitale. Questi fenomeni hanno infatti l’effetto di scomporre le grandi imprese verticalmente integrate in una miriade di singoli prestatori d’opera formalmente indipen­denti e privi di tutele sindacali, il cui assoggettamento ad una competizione capillare e spietata permette al grande capitale di trasferire una gran parte dei propri rischi in capo agli ultimi anelli della filiera produttiva. Con l’abdica­zione delle istituzioni pubbliche dalla funzione di protezione contro i rischi esistenziali, le comunità familiari rimangono le ultime strutture in grado di te­nere gli individui al riparo dalle forze destabilizzanti dell’economia. Tuttavia, questo modello di capitalismo si alimenta proprio con il tempo voracemente sottratto alla cura familiare per metterlo al servizio della produzione di valore, rendendo quindi gli equilibri familiari ogni giorno più fragili.

En

In his last movie, Sorry we missed you, Ken Loach adds a new picture to his tale of the changes in the production system occurred in the last 40 years, and of the related alterations in the power relationships between social classes. Through the story of an English unemployed worker trying to start work­ing again as a freelance courier in the business of “delivery”, Loach draws a gloomy painting of the model of capitalism resulting from the interaction of fierce competition, dismantling of labor protections and digital revolution. In fact, these phenomena create strong incentives for large vertically integrated firms to decompose into a host of formally independent individual workers without union protection, whose subjection to capillary and ruthless compe­tition allows big business owners to transfer a large part of their risks to the bottom of the production chain. With the withdrawal of the state from the role of insuring individuals against existential uncertainty, families remain the last structures capable of protecting them from the destabilizing forces of the economy. However, this contemporary model of capitalism feeds precisely on time voraciously removed from family care in order to put it at the service of the production of value, thus making the family equilibrium more fragile every day.

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