La forma di governo alla prova delle trasformazioni della (classe) politica. Riflessioni a seguito della formazione del governo Draghi

Ricercatrice in Diritto costituzionale. Università degli Studi «Roma Tre»

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Abstract

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Il contributo propone una riflessione sulla recente formazione del governo presieduto da Mario Draghi. In particolare, ponendo in relazione le quattro esperienze dei governi a “base tecnica” formatesi nel corso della storia repubblicana, l’Autrice ne evidenzia punti di contatto ed elementi di graduale differenziazione. Lo scopo è porre in luce come, soprattutto gli ultimi due governi tecnici presieduti da Mario Monti e Mario Draghi, siano stati chiamati a fronteggiare crisi sempre più globali, multiformi e prive di confini. Ne discende la graduale espansione di una preoccupante “crepa” nel sistema di democrazia parlamentare, derivante dal progressivo acuirsi di un’intrinseca – e sempre più evidente – inadeguatezza della classe politica nel farsi attrice principale del mutamento storico-politico. Si tratta di un’inidoneità che emerge – e in un certo senso “esplode” – proprio nei momenti in cui la crisi raggiunge il suo apice: ecco dunque che nel corso delle emergenze, divenute ormai globali e multiformi, le forze politiche “abdicano” alla loro funzione in favore dei “tecnici” chiamati, tuttavia, ad operare eterogenee scelte di natura prima di tutto politica. Al contrario, sostiene l’Autrice, crisi di dimensioni sempre più ampie che chiamano in causa plurime questioni sociali, economiche e finanziarie non possono essere affrontate attraverso scelte di natura squisitamente tecnica, che si assumono cioè come “neutrali”, imponendo l’adozione di soluzioni politiche che siano espressione di una visione d’insieme chiaramente imputabile a una classe politica all’altezza e che se ne assuma la responsabilità davanti al corpo elettorale.

En

The paper proposes a reflection on the recent formation of the government headed by Mario Draghi. In particular, analyzing the four experiences of “technical governments”, the author describes common points and elements of gradual differentiation. The aim is to show how these governments have faced increasingly global and multiform crises. The result is a ‘wound’ in the system of parliamentary democracy that stems from the progressive inadequacy of the political class. It is an inadequacy that emerges when the crisis reaches its peak: during global emergencies, political forces abandon their role in favour of ‘technicians’, who nevertheless make choices that are primarily political in nature. On the contrary, says the author, global financial, economic and social crises must be tackled through the adoption of political choices by the political class that is up to assuming its responsibilities before the electorate.